
LA VACCINAZIONE: UN SEMPLICE GESTO CAPACE DI ESPRIMERE QUALCOSA DI GRANDIOSO
Oggi, 20 febbraio, come vuole la Legge n° 155/2020, si celebra in Italia la prima giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato.
Qualcuno la chiama giornata dei camici bianchi. La proposta viene dal regista Ferzan Ozpetec. Lui sperava che, dopo un anno, si potesse celebrare una giornata di gioia.
Oggi invece si pubblica fitto sulle nuove varianti di Covid.
L’Agenda dice anche che, esattamente un anno, fa l’anestesista Annalisa comunicava la diagnosi di Mattia, il paziente “zero” ricoverato nella terapia intensiva di Codogno.
La prima cosa che pensai quando, da lì a poco, l’OMS fece assurgere l’infezione da Coronavirus allo status di “pandemia”, era che solo un vaccino ci avrebbe potuto consentire il ritorno alla normalità.
In verità speravo che “19” sarebbe sparito come gli altri Coronavirus SARS e MERS.
Da allora, invece, la nostra vita non è più stata la stessa.
Anche la routine quotidiana che fluiva indifferente, ha riacquistato oggi un valore inestimabile e nostalgico.
Oggi però il vaccino anti Covid è realtà e può finalmente donarci speranza, salute e libertà.
Non è solo l’unica via per uscire dal grande incubo, ma anche l’unica possibilità per liberare il naturale gesto dell’abbraccio, del riconoscersi ammirando l’interezza dei volti, del non dover più mantenere diffidenti distanze.
Per noi, che abbiamo scelto di prenderci cura delle persone anziane, il vaccino rappresenta il passaporto per consentire loro di riassaporare l’affetto delle persone care, degli amati nipotini, dei quali accarezzano le fotografie e i sorrisi nelle videochiamate, asciugandosi una lacrima.
Per me questo gesto racchiude anche il meraviglioso pensiero che per una volta, almeno per una volta, l’intera umanità, tutta la comunità scientifica del pianeta, si sia stretta intorno all’obiettivo di eliminare la grande minaccia, come di fronte ad un attacco alieno nei film di fantascienza.
Per una volta è stata messa a disposizione comune tutta la potenza delle risorse economiche e dell’ingegno scientifico, cancellando la burocrazia ed i privilegi al servizio del bene di tutti.
Ma la cosa che mi ha colpito di più è stato vedere che, di fronte al comune problema, la scienza abbia saputo trovare soluzioni diverse, creando vaccini diversi con tecniche diametralmente opposte.
Eppure tutte parimenti efficaci ed in un tempo pressoché sincrono.
Sì, oggi, a differenza di altri giorni, sono orgoglioso di appartenere al genere umano e comincio a sperare che la più gande pandemia della storia stia diventando anche la più grande lezione di vita del nostro tempo.
VACCINATEVI, per favore, fatevi un regalo ma fatelo soprattutto per i più fragili, il cui destino dipende dai nostri gesti. E questo è un gesto davvero semplice, ma capace di esprimere qualcosa di grandioso.
Roberto Rovati
Direzione Generale Gruppo Gheron
Nella foto il dott. Rovati, nel duplice ruolo di direttore della RSA SENAGO e infermiere, mentre somministra il vaccino alla dott.ssa Sabrina Borghi, direttore sanitario della RSA.